Simone Bissolati
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Frasi dal cinema, frasi sul cinema

"Conoscevo poco Martin Kuypers. Era un uomo molto discreto, un uomo che non si nota, come sono gli esseri belli e nobili, gli esseri incapaci di entrare in contatto per la paura che hanno dell'incomprensione, il timore della mancanza di bontà di questo mondo e della menzogna. Perché sanno in anticipo che è una battaglia vana e che il nemico vinto copre di vergogna il vincitore. Questi uomini sono rari, Martin Kuypers era uno di loro. Sono qui in veste ufficiale per rendergli omaggio. C'è la riconoscenza dello Stato e la perdita di un uomo, il vuoto che lascia, la sua assenza. Ciò tesse legami insospettabili. Martin Kuypers, arrivederci". (‪Il ministro - L'esercizio dello Stato‬, Pierre Schöller, 2011)

"C'è un aforisma assai noto che dice che quando un regista muore diventa un fotografo. E' un'osservazione acuta ma un po' superficiale e di solito proviene da quel tipo di critici che si lamentano perché un film ha una fotografia troppo bella. Ad ogni modo ho iniziato come fotografo. Ho lavorato per la rivista Look dai diciassette ai ventuno anni. [...] Quell'esperienza per me ebbe un valore inestimabile, non solo perché imparai un sacco di cose sulla fotografia, ma anche perché mi fornì una rapida educazione su come andavano le cose nel mondo. [...] Mi divertivo tremendamente a quell'età, ma alla fine quegli abiti mi diventarono stretti, specialmente perché la mia massima ambizione era sempre stata quella di fare del cinema. I soggetti che Look mi assegnava erano in genere abbastanza stupidi. [...] Occasionalmente avevo l'opportunità di fare una storia interessante su qualche personaggio. Una di queste fu su Montgomery Clift, che era agli inizi della sua brillante carriera. La fotografia certamente mi fece compiere il primo passo verso il cinema. Per girare un film interamente da soli, come feci inizialmente io, si può non saperne molto di tutto il resto, però bisogna conoscere bene la fotografia". (Stanley Kubrick. Tratto da "Kubrick" di Michel Ciment, 1999)

"You never know what you have until you are done editing - When you get to the edit and watch your assembly, you will want to cry. Almost nothing works. That’s because it’s not a movie yet. It’s an assembly. And the process you go through between that moment and a finished film is where you find out what you really have: the magic you’ve captured, and the magic you’ve missed." (David Dobkin)

"Tutto quanto precede il montaggio è semplicemente un modo di produrre una pellicola da montare". (Stanley Kubrick)

"The only true currency in this bankrupt world is what you share with someone else when you’re uncool". (Quasi famosi, Cameron Crowe, 2000)

- Hai mai pensato di sposare un’australiana?
- Io? Non posso.
- Perché.
- Bè, prima di tutto perché non sono il mio tipo. E poi quelle bevono, fumano, sono quasi tutte laureate. Rientrano a casa alle due di notte e se per caso tu gli domandi “dove sei stata?” si arrabbiano pure. Ti rispondono cattive: “this is my business”.
- Che vuol dire?
- Vuol dire: so’ affari miei.
- Hai capito!
- Ah, no? Vedi, Carmela, noi emigranti vogliamo sposare una donna italiana perché è obbediente, è bella, buona, affettuosa. E poi, scusa se mi esprimo in modo un po’ spinto, ma quando una ragazza italiana arriva dal suo paese, tu sei sicuro che è vergine.
- Molto, eh, che manchi dall’Italia?
- Vent’anni.
- Si vede.
(Bello onesto emigrato Australia sposerebbe compaesana illibata, Luigi Zampa, 1971)

blow up
He is distracted by a beautiful blonde coming through the restaurant.
She is wearing slacks and moves like a model.
Camera follows her, watched by the two men.
THOMAS turns back to RON.
THOMAS jerking his head in her direction:
"I’m fed up with those bloody bitches."
Resume on THOMAS and RON.
THOMAS: "I wish I had tons of money. The I’d be free."
RON: "Free to do what? Free like him?"
Close-up of a photograph of an old man on a plot of derelict land – dirty, witless, a human wreck.
Resume on RON and THOMAS.

(Blow-up, Michelangelo Antonioni, 1966)

Chigurh removes his hand, revealing the proprietor made the correct call.
Chigurh: (suddenly) "Well done!" (flicks the quarter to the proprietor) "Don't put it in your pocket".
Proprietor: "Sir....?"
Chigurh: "Don't put it in your pocket. It's your lucky quarter."
Proprietor: "Well, where do you want me to put it?"
Chigurh: "Anywhere, not in your pocket. Where it'll get mixed in with the others and become just a coin...
which it is."

(Non è un paese per vecchi, Joel ed Ethan Coen, 2007)

- No cazzo è pieno de formiche! Lo vedi? S'è sparsa la voce…
- La voce? Che voce?
- M'attaccano da tutte le parti…
- L'unica voce che s'è sparsa e che qui vivi in mezzo alla monnezza, te lo dico io!

(Anni Felici, Daniele Luchetti, 2013)

"Il punteruolo rosso. Il vero nemico della palma.Hanno una struttura sociale organizzatissima. Alcuni individui, particolarmente dotati, sentono l'odore della preda a grande distanza e quindi richiamano i loro consimili per organizzare delle orge di gruppo. Si avventano quindi sull'individuo e cominciano, dopo aver depositato delle uova, a colonizzarlo. Se ne cibano fino alla distruzione e non sono interessati ad altri individui se non quando quell'essere è stato completamente istrutto. E il ciclo ricomincia. Ed è grave; per il mondo delle palme e simbolicamente anche per l'uomo perché la palma ha la forma dell'animo dell'uomo."
(Sacro Gra, Gianfranco Rosi, 2013)

"Damo soddisfazione ar popolo!"
Un attimo di raccoglimento, poi si fece lento, solenne, il segno della croce. La mano inanellata, col polso luccicante di bracciali, passò sulla fronte e sul petto dove brillava la catenella d'oro. Fatto il segno della croce, si buttò, e volò nel fiume. (Accattone, Pier Paolo Pasolini, 1961)

"Eppure che è la fame? Un vizio! È tutta un'impressione!. Ah, se nun c'avessero abituati a magnà, da ragazzini." (Accattone, Pier Paolo Pasolini, 1961)

Tg3: Siamo qui in piazza Montecitorio in attesa di una personalità che in questi giorni è al centro di vivaci polemiche e sconcertanti interrogativi. Oh ma, eccolo. Signor Ministro, mi consenta alcune domande per conto di Tg3.
Ministro: Purché si sbrighi, per favore.
Tg3: Lei è al corrente delle gravi accuse che le sono state mosse riguardo ai fondi sottratti alle mense degli orfani? Si parla di 200 miliardi…
M.: Certo, certo che ne sono al corrente.
Tg3: Ecco, e non crede che sarebbe opportuno, in attesa di conoscere la verità, di dare le immediati dimissioni dalla sua alta carica?
M.: Giovanotto, dimettermi mai. Questa sarebbe una mossa sbagliata.
Tg3: Lei vorrebbe dire che le sue dimissioni sarebbero un implicito riconoscimento delle accuse.
M.: Ma no, io non mi dimetto per combattere la mia battaglia da una posizione di privilegio. Dal mio posto posso agevolmente controllare l’inchiesta, inquinare le prove, corrompere i testimoni. Insomma, posso fuorviare il corso della giustizia.
Tg3: Onorevole, ma non è irregolare, dico contro la legge?
M.: Ah no giovanotto: io le leggi le rispetto. E soprattutto la legge del più forte! E siccome in questo momento io sono il più forte, intendo approfittarne, è mio dovere precipuo!
Tg3: Ma verso chi, scusi?
M.: Ma verso l’elettorato che mi ha dato il voto per ottenere posti, licenze, permessi, appalti, perché li spalleggi in evasioni fiscali, in amministrazioni di fondi neri, crolli di dighe mal costruite, scandali, ricatti, contrabbando di valuta.
Tg3: Scusi, ma che cacchio sta dicendo?
M.: Io sto dicendo che l’elettorato vede in me un prevaricatore. Se invece voleva scegliere un uomo probo, onesto, perbene: ma che, dava i voti a me?
(‪Signore e signori, buonanotte‬, Age, Leo Benvenuti, Luigi Comencini, Piero De Bernardi, Nanni Loy, Ruggero Maccari, Luigi Magni, Mario Monicelli, Ugo Pirro, Furio Scarpelli e Ettore Scola, 1976)

"L'inverno sembrava non avere una fine, e il branco moriva di fame. Il capobranco, il più vecchio di tutti, procedeva in testa e rassicurava i giovani, dicendogli che presto sarebbe arrivata la primavera. Ma, a un certo punto, un giovane lupo decise di fermarsi. Disse che ne aveva abbastanza del freddo e della fame e che sarebbe andato a stare con gli uomini. Perché la cosa importante era di restare vivo. Così, il giovane, si fece catturare e col passare del tempo, dimenticò di essere mai stato un lupo. Un giorno, di molti anni dopo, mentre accompagnava il suo padrone a caccia, lui corse servile a raccogliere la preda. Ma, si rese conto che la preda era il vecchio capobranco. Divenne muto per la vergogna, ma il vecchio lupo parlò e gli disse così: "io muoio felice perché ho vissuto la mia vita da lupo, tu invece, non appartieni più al mondo dei lupi e non appartieni al mondo degli uomini". La fame viene e scompare, ma la dignità, una volta persa, non torna mai più." (Educazione siberiana, Gabriele Salvatores, 2013)

educazione siberiana
le conseguenze dell'amore
"Pochi sono gli uomini che sanno andare a morte con dignità, e spesso non quelli che ti aspetteresti." Primo Levi, "Se questo è un uomo", 1947.
A sinistra "Le conseguenze dell'amore" di Paolo Sorrentino, 2004.


Nel suo film lei sembra critico nei confronti di tutte le posizioni politiche. Si definirebbe un anarchico pessimista?

Assolutamente no. Penso che la questione sia valutare il grado di autorità necessario a mantenere salda la società, cioè né troppo né poco. Penso che l’establishment vada tenuto sotto controllo, e che dobbiamo tenerci pronti a lottare contro di esso. Ma non nutro certo l’impressione utopica che, distruggendo le istituzioni sociali, emergerebbe nell’uomo la sua bontà originaria. Uno dei problemi sociali piu difficili da risolvere oggigiorno è in quale modo chi detiene l’autorità possa mantenerla senza diventare repressivo; come ridare alle persone fiducia nelle leggi e nella politica in quanto soluzioni possibili ai problemi sociali. La gente comincia a considerare gli strumenti giuridici e politici troppo lenti, e forse inutili. Dal canto suo, lo Stato avverte la minaccia del terrorismo e dell’anarchia. La domanda è: come si può, sempre che sia ancora possibile, ottenere un giusto equilibrio? Non conosco la risposta.
(da un'intervista di Michel Ciment a Stanley Kubrick su "Arancia Meccanica")

"This business is filled to the brim with unrealistic motherfuckers who thought their ass aged like wine." (Pulp Fiction, Quentin Tarantino, 1994)

- “Ah, Manny, ci sarebbe un colpo a San Francisco: mezzo milione di dollari, le buste paghe di uno zuccherificio. E’ quello che ho sempre sognato: un colpo fantastico e poi mettermi a riposo. Non dover far più niente. Ah, cazzo, me ne andrei a Las Vegas con tanti di quei soldi in tasca da permettermi tutte le puttane che voglio. Che bello…ho passato tutte le notti a sognare di fare quello che voglio.”
- “Sognare?”
- “Sì.”
- (Manny sputa a terra) “Sognare… Stronzate… Non farai mai niente del genere. Te lo dico io cosa farai: ti troverai un lavoro. Ecco cosa farai, ti troverai un lavoro, uno di quei lavori che può trovare uno come noi. Passare le giornate a lavare le tazzine in un bar o a pulire i cessi. E ti aggrapperai a quel lavoro come se fosse oro, perché è oro: questo devi imparare. Quello è oro. Oh! Devi starmi a sentire! E quando il padrone entra a fine giornata, e viene a vedere come hai lavorato, Tu non lo guarderai negli occhi. Guarderai per terra, perché avrai una gran voglia di saltargli addosso, sbatterlo per terra e farlo urlare. E farlo supplicare e piangere. E così guarderai per terra, perché avrai paura di farlo: Questa è la vita che ti aspetta, stronzo.
Lui si guarderà intorno per controllare quello che hai fatto e dirà: Oh, c’è ancora una macchiolina,laggiù. Cristo, è possibile che non l’hai vista? Prima di andare via, quella me la levi!
Reprimerai la rabbia che ti sale al cervello e pulirai quella macchia, ecco; pulirai quella macchia bene, finché non diventerà bello lucido.
E il venerdì, ritirerai la tua busta paga. Se tu ci riuscissi, se tu ci riuscissi, potresti diventare presidente di una banca, quello che vuoi! Se riesci a farlo.”
- “Non io, amico. Io non voglio fare quella vita di merda! Allora me ne rimanevo in galera.”
- “Allora peggio per te,ragazzo. Peggio per te.”
- “Tu la faresti quella vita di merda?”
- “Magari potessi…Magari potessi.”
"A Trenta secondi dalla fine" (Runaway Train) 1985 Andrej Končalovskij
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